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Una "Giornata internazionale contro la persecuzione dei cristiani"? Nein!
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Una "Giornata internazionale contro la persecuzione dei cristiani"? Nein!

Il Parlamento tedesco vota contro. Ratzinger proprio al Bundestag ricordò a questi pavidi dove nasce l'identità dell'Europa. Ma 100.000 cristiani uccisi non meritano neanche un momento di riflessione
Santa Cecilia

Non passa giorno nell'Africa subsahariana (in quella a nord sono praticamente scomparsi tranne in Egitto) senza che i cristiani vengano massacrati. Immagini terrificanti di cristiani bruciati vivi da islamisti assetati di odio. Una cristianofobia genocida. Nelle parole di Monica Chikwe, una suora nigeriana, “è difficile dire ai cristiani nigeriani che questo non è un conflitto religioso poiché quello che vedono sono combattenti vestiti interamente di nero, che inneggiano 'Allahu Akbar' e urlano 'Morte ai cristiani’”. Open Doors parla di 13.000 chiese distrutte. Nella sola diocesi di Maiduguri hanno raso al suolo 50 delle 52 chiese cattoliche. Ong rivelano in un rapporto che 100.000 cristiani sono stati uccisi in Nigeria in vent’anni.

Eppure, in Europa si pensa forse che questi cristiani si stiano suicidando. Come se in un mondo in cui si dichiarano tutti “vittime”, i cristiani non possano esserlo. Per i seguaci wokisti dell’Uomo Bianco che deve autoflagellarsi per espiare colpe imprescrittibili, non basta neanche più essere nero. Un nero ucciso in quanto cristiano non esiste.

“Il mondo intero lo sa: i milioni di cristiani dell'Oriente e dell'Africa sono, a più o meno lungo termine, minacciati di morte” scrive lo storico Franck Ferrand su Le Figaro. “Le Nazioni Unite sono state così gentili da sollevare la possibilità di una ‘carta d'azione’ volta a proteggerle, tra le altre minoranze del resto... Qualcuno direbbe che è meglio che niente; gli altri hanno capito che era la cosa peggiore”.

Alle donne cristiane di Kalagari, un villaggio nel nord del Camerun, i fondamentalisti islamici hanno tagliato l’orecchio come avvertimento. Noi ce le avremmo le orecchie per sentire, quello che ci manca è il coraggio.

Basta vedere quello che è appena successo al Bundestag…

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Giornalista del Foglio dal 2003. Molti libri tradotti all'estero. Gli ultimi sono "La fine dell’Europa" (Premio Capri), "I nuovi barbari", "La dolce conquista", "Il sesso degli angeli e l'oblio dell'Occidente" e "Il Sabato Nero" giuliomeotti@hotmail.com