“Ci troviamo di fronte a una seria ideologia che, assumendo la forma di una cosa apparentemente stupida e assurda come il politicamente corretto, sta cercando di distruggere la nostra società. I suoi sostenitori non si preoccupano delle minoranze né si preoccupano dei loro diritti. Il loro obiettivo è distruggere la nostra società. È una versione rancorosa del marxismo”.
Parlava così Vladimir Bukovsky, lo scrittore che i sovietici rinchiusero per 12 anni nei manicomi politici dei suoi primi 34 di vita. E l’autore del magnifico Il vento va e poi ritorna non aveva ancora visto niente di quello che oggi esce dalle nostre università.
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