Da una settimana un grande scrittore è in prigione. Non una prigione qualsiasi. Una galera algerina. E nel silenzio totale della cultura, dei giornali e dell’editoria italiana ed europea. A valergli il soprannome di “Orwell algerino” è stato il romanzo 2084, in cui Boualem Sansal immagina un mondo distopico governato da una dittatura islamista. Autoprofezia, considerando quello che gli è appena successo.
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