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Schengenland! Se non protegge i suoi confini, l'Unione Europea è finita. Kaputt
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Schengenland! Se non protegge i suoi confini, l'Unione Europea è finita. Kaputt

Il tabù caduto, 1.700 chilometri di muri (come 10 muri di Berlino) e il milione di domande di asilo. Nessuno vuole vivere in un mondo senza confini. Sarà il rilancio o il requiem dell'Europa?

Per anni, i respingimenti dei migranti alle frontiere interne ed esterne della UE sono stati considerati politicamente impossibili, se non autentici peccati morali. La sospensione simultanea dei controlli e la concessione indiscriminata dell’asilo hanno reso il vecchio patto delle frontiere impraticabile. Gli europei ora stanno riscoprendo che i confini esterni del continente delimitano approcci molto diversi alla cultura e alla società rispetto a quelli prevalenti nel Nord Africa o nel Medio Oriente. Tra simili, i confini rafforzano l’amicizia; tra civiltà diverse, quando fortificati, aiutano a mantenere la pace.

Ma per dirla con il saggista Pascal Bruckner, autore di Un colpevole quasi perfetto, “per decenni gli intellettuali più influenti in Europa hanno descritto la società occidentale come l'apice della barbarie, elogiando le barbarie straniere come l'apice della civiltà. La condivisione dei resti dell'Europa è già iniziata tra Cina, Russia e Turchia. Alcune delle nostre élite vogliono la morte dell'Occidente. Ma non tutti vogliamo scomparire, è urgente innalzare barriere al confine contro l'immigrazione”.

L’attacco di ieri a Rotterdam

Ma la censura mediatica sulla cronaca è ormai totale e spietata.

In Olanda ieri c’è stato un altro attacco col coltello al grido di “Allahu Akbar”. Un morto e diversi feriti. A quanto pare, la notizia non era degna per i nostri giornali e tv. Sembra che stia finendo come voleva il fisico che si intende di buchi neri ma non capisce niente della realtà, Carlo Rovelli, che sul Corriere della Sera ha spiegato che sul terrorismo islamico si deve fare così: “Esiste una ricetta semplice per sconfiggere il terrorismo, trattarlo come trattiamo i mariti che uccidono le mogli, i pirati della strada e i rapinatori che sparano”.

La definizione di struzzo.

E Rotterdam, la seconda città olandese al 20 per cento islamica che quindici anni fa osai definire una delle “capitali d’Eurabia”, è la città di Pim Fortuyn, l’omosessuale libertario marchiato dai soloni come “xenofobo” perché prima di tutti aveva avuto il coraggio di non uniformarsi al buonismo degli stolti e per aver scritto già negli anni Novanta: “Il relativismo culturale e la mancanza di identità ci rendono del tutto indifesi all’avvicinarsi di fenomeni culturali deplorevoli come il fondamentalismo islamico. Il relativismo imperante, i cui sostenitori preferirebbero nascondere la testa nella sabbia, non ha alcuna risposta alla domanda essenziale su cosa sia la nostra cultura”.

Il busto vandalizzato di Pim Fortuyn a Rotterdam

Da lunedì, la Germania è tornata a controllare le sue frontiere con nove paesi dopo che 42.000 migranti hanno cercato di entrare illegalmente in un solo anno, mentre i paesi nell’area Schengen sono di nuovo sulla strada per ricevere un milione di domande di asilo in un solo anno, secondo dati appena diffusi dal Times. L'Agenzia dell'UE per l'asilo ha registrato 513.000 domande nei primi sei mesi del 2024. E per il secondo anno consecutivo un milione di persone avrà chiesto asilo in Europa, gli stessi livelli del 2016 (l'anno scorso furono 1.143.437).

Per un decennio, il governo tedesco ha ignorato la necessità di agire. Soltanto nel marzo 2023, il ministro degli Interni tedesco Nancy Faeser ha dichiarato: “Non esistono limiti massimi per l’umanità”. Tradotto: dentro tutti.

Ora il suo tono è opposto: “Nessun paese al mondo può accettare un numero illimitato di rifugiati”.

Perché la rivoluzione dei diritti umani unita alle grandi ondate migratorie di cui parla Bruckner ha intanto completamente snaturato il diritto d’asilo, che è diventato un vasto canale migratorio con la complicità di un ceto culturale, politico e giornalistico che vede nell'arrivo dei migranti un segno dei tempi in linea con la rivoluzione della “diversità”. La legge europea intanto vieta i respingimenti dei clandestini che si accalcano alle nostre frontiere: ogni persona deve poter farsi esaminare la propria cartella prima di essere eventualmente espulsa. Il clandestino diventa subito un “richiedente asilo”. E quando si decide che non hanno diritto di asilo? La Francia in un anno ha emesso 107.500 ordini di lasciare il paese, ma ne sono stati eseguiti meno del 7 per cento. Per questo l’opposizione tedesca chiede anche la fine della politica di asilo.

L’ex capo della polizia di Parigi, Didier Lallement, ha avvertito intanto che la Francia è diretta verso un “crollo” tale che un giorno richiederà alle truppe di presidiare l'Eliseo. Lallement descrive un paese "divorato”, dove "un reato su due è commesso da uno straniero, che spesso si trova nel Paese illegalmente... Tutte le mie esperienze mi fanno prevedere un futuro oscuro, molto oscuro, per i nostri figli e nipoti. Le convulsioni sociali saranno intense e distruttive... Un giorno sarà necessario ammassare truppe davanti all’Eliseo”.

Sarà quello l’ultimo confine che presiederanno, il palazzo presidenziale?

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Giornalista del Foglio dal 2003. Molti libri tradotti all'estero. Gli ultimi sono "La fine dell’Europa" (Premio Capri), "I nuovi barbari", "La dolce conquista", "Il sesso degli angeli e l'oblio dell'Occidente" e "Il Sabato Nero" giuliomeotti@hotmail.com