Il giorno dopo essersi scrollata di dosso i calcinacci del Muro di Berlino, la sinistra che domina la cultura, le università, i giornali, la letteratura, la televisione e le burocrazie è passata dai ranghi del “PC” (partito comunista) alle fila del “pc” (politicamente corretto). Alla domanda su quali fossero le somiglianze tra i due "Pc”, il grande dissidente sovietico Vladimir Bukovsky, a cui Mosca inflisse la più dura condanna per motivi politici dopo la morte di Stalin (12 anni di “manicomio politico” dei suoi primi 34 anni di vita), rispose nel suo stile: “Stanno diventando sempre più simili. La maggior parte di questa merda ha avuto origine nei campus degli Stati Uniti. Ero a Stanford a metà degli anni Ottanta e guardavo con stupore come esplose il politicamente corretto. Oppressori che fingono di essere oppressi”.
Ma per fortuna ci sono alcuni grandi scrittori che rifiutano il giogo.
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