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La censura di Omero, l'assassinio di Charlie e la dittatura politicamente corretta
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La censura di Omero, l'assassinio di Charlie e la dittatura politicamente corretta

Una delle nostre più famose università processa l'Iliade e l'Odissea. È la follia di Vattimo: un gigantesco svuotamento di teste per rifarle daccapo e infilarci qualcosa di terribile

Marguerite Yourcenar, nelle sue magnifiche Memorie di Adriano, scrisse che “tutto quello che gli uomini hanno detto di meglio è stato detto in greco”. Ora tutto quel che hanno detto di meglio è considerato il peggio dal politically correct, che George Orwell definì già le “piccole puzzolenti ortodossie che si contendono la nostra anima”. Yourcenar lo aveva previsto sempre nelle Memorie di Adriano: “Il mondo, stanco di noi, si cercherà nuovi padroni; quel che ci era parso bello apparirà orribile. Vedo tornare il dispotismo dei barbari”.

Se in una scuola americana si è già arrivati a bandire Omero, ora i grandi poemi omerici, Iliade e Odissea, sono colpiti da censura nelle nostre migliori università. E se questa delirante visione della cultura occidentale avesse preso il sopravvento quando le opere greche erano in pericolo, il lavoro dei monaci di Mont Saint-Michel, dove i capolavori dell’antichità furono tradotti in latino e tramandati alle successive generazioni, sarebbe stato privo di senso.

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