La censura di ciò che è sgradito e difforme culturalmente logora chi non ce l’ha. “Segnatevi le mie parole, mentre posso ancora pubblicarle impunemente”, aveva scritto sul Boston Globe lo storico di Stanford Niall Ferguson. “La tirannia sarà per la ‘diversità’ (tranne che per quella di opinione) e contro il ‘discorso dell’odio’ (tranne il proprio)”. Ora però il muro della censura digitale sta crollando.
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