Dopo falce e martello, razza e genere. E l'ideologia conquista anche la scienza
Non basta essere esperti di Dna, ora fanno fuori i biologi che non giurano fedeltà al "nuovo lysenkoismo". Inchieste illuminanti e da brivido. Una propaganda che sta penetrando anche in Italia
Solo il nome incuteva paura: Trofim Lysenko, il “biologo di Stalin”. Mistificatore, sicofante e inquisitore, Lysenko negava l’ereditarietà e le “cosiddette leggi di natura”, che accusò di essere una “scienza borghese e malvagia”, sostenendo l’adattamento dei vegetali all’ambiente. “I sabotatori non si trovano solo fra i kulaki, ma anche nella scienza”, gridò Lysenko a un congresso. Stalin, in prima fila, applaudì. Gli avversari di Lysenko finirono in carcere o, nel migliore dei casi, emarginati. Il “lysenkoismo” divenne sinonimo di dittatura ideologica. Voleva modificare la natura con la forza di volontà per far trionfare il marxismo. Prometteva di far nascere cento spighe là dove a stento ne cresceva una. Ovviamente le steppe sovietiche non si trasformarono in giardini rigogliosi, ma in cimiteri dove seppellire l’uomo nuovo. E gli avversari di Lysenko.
Fra le fonti di ispirazione di George Orwell per 1984 ci fu proprio Lysenko, come testimonia una lettera di Orwell a C. D. Darlington, biologo inglese, datata 19 marzo 1947: “Dottor Darlington, non sono uno scienziato, ma la persecuzione degli scienziati e la falsificazione dei risultati per me segue naturalmente la persecuzione degli scrittori”. E ancora: “Cercherò una copia del suo scritto su Vavilov”. Orwell era ossessionato da questo nome: Nikolai Vavilov, il grande scienziato accusato da Lysenko di difendere le leggi di Mendel e deportato nel gulag di Saratov, dove morirà di fame, sepolto in una fossa comune.
Assunto il controllo delle humanities, dove censurano e manipolano i capolavori della letteratura e dell’arte, e dichiarata la nuova guerra della storia con l’estromissione di chi non si adegua alla doxa, due inchieste sensazionali raccontano che l’ideologia progressista sta ora conquistando anche le scienze. E come scrive il giornalista scientifico del New York Times Nicholas Wade, è nato un “nuovo lysenkoismo”.
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