I relativisti fanatici all'attacco della "cultura bianca occidentale"
Nel mirino Jane Austen e James Joyce. E poi arte, libri e musica minacciati dalla "brigata razza e gender". Orwell liquidò queste "puzzolenti ortodossie che si contendono la nostra anima"
Elon Musk, il miliardario libertario che fa impazzire i progressisti di mezzo mondo, ha appena scritto che viviamo in un'inquietante terra di mezzo tra 1984 di Orwell, Il Mondo Nuovo di Huxley e Fahrenheit 451 di Bradbury.
Senza evocare nazisti e sovietici, i regimi islamici hanno qualche problema con i libri. La Turchia di Erdogan ha sostituito nei teatri statali Shakespeare e Brecht con autori turchi. Ha anche minacciato di censura i libri di William S. Burroughs e Uomini e topi di John Steinbeck. In un hangar a Teheran è stato scoperto un deposito di mezzo milione di libri, fra cui La fattoria degli animali di Orwell, George Bernard Shaw e Albert Camus, l’Iliade di Omero. Non piacevano alla Rivoluzione islamica, che li aveva sequestrati.
L’ayatollah Ali Khamenei è un lettore di Cuore di cane di Bulgakov, straordinaria parodia del regime sovietico, ma lo ha liquidato come “antirivoluzionario”. E fra i “libri dannosi”, l’Iran ha inserito il Simposio di Platone, Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline, James Joyce e Kurt Vonnegut. Molti classici occidentali sono stati banditi in Iran, tra cui il Giocatore di Dostoevskij, Mentre morivo di William Faulkner e Virginia Woolf. Il Kuwait ha messo al bando Dostoevskij e Notre Dame di Victor Hugo.
Basta vedere quello che succede nel mondo della cultura, la nostra, per capire che Elon Musk ha ragione e che ci avviciniamo a passo spedito al tipo di censura che vige nei paesi islamici. La Fahrenheit 451 del progressismo?
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