Il regime russo è violento e le democrazie indignate che accendono candele sono pericolose tigri di carta. Ora pagheremo il prezzo della nostra vanità intellettuale
Condivido parola per parola tutto quello che ha scritto, che, finalmente, esce dalla banalità del gossip che riempie le inutili discussioni: Putin bastardo pazzo, Biden scemo.
Cosa ne sarà di questi atteggiamenti quando a breve riprenderanno i negoziati sul nucleare con l'Iran?
Analisi condivisibile. La mia angoscia nasce anche dal vedere una continuità spaventosa con la pandemia. Quest'ultima ha portato via i testimoni del secondo conflitto mondiale, coloro i quali, avevano nel cuore ma soprattutto nella mente le atrocità, la disperazione, la miseria che comporta una guerra. Le nuove generazioni ma anche i fruitori degli anni 80 o quelli del 68, hanno vissuto con l'idea di un benessere perenne, con il progresso ancora di salvezza. La pandemia ha riportato la paura di morire. La guerra, speriamo nella sua non escalation, forse la consapevolezza della fragilità umana, di una libertà non perenne. Quanta ipocrisia durante la pandemia e adesso da parte di chi appare sorpreso di fronte a gesti di coraggio, di solidarietà, di altruismo. Certo, ancora esiste un'umanità che crede nei valori che non siano quelli del vendere e del comprare. Poi, vedo una classe politica figlia delle epoche che ho citato, quindi non pronta, deficitaria. Mi scuso, se l'opinione che adesso scriverò non potrà piacere: ho sempre visto Putin ma anche Erdogan, che possiamo tacciare di autoritarismo, di essere criminali, sanguinari, questi attributi servono a poco, come dei leader conoscitori dei loro rispettivi popoli e storia. Rispetto ai nostri esiste un abisso. Noi, con la pretesa dei diritti universali, della democrazia da esportare, dimostriamo l'incapacità di cogliere l'essenza pura della storia.
Sì, quella era la strada da percorrere. Lo stesso Kissinger che ci aveva avvertito: "Per capire Putin, si deve leggere Dostoevskij. Putin sa che la Russia è molto più debole di quanto era una volta, anzi molto più debole rispetto agli Stati Uniti. E’ il capo di uno stato che per secoli si è definito per la propria grandezza imperiale, ma poi ha perso trecento anni di storia imperiale con il crollo dell’Unione Sovietica. La Russia è strategicamente minacciata ai suoi confini: da un incubo demografico al confine con la Cina; da un incubo ideologico nella forma dell’islam radicale lungo il confine meridionale; a ovest dall’Europa. Mosca la considera una sfida storica"
Condivido parola per parola tutto quello che ha scritto, che, finalmente, esce dalla banalità del gossip che riempie le inutili discussioni: Putin bastardo pazzo, Biden scemo.
Cosa ne sarà di questi atteggiamenti quando a breve riprenderanno i negoziati sul nucleare con l'Iran?
Analisi condivisibile. La mia angoscia nasce anche dal vedere una continuità spaventosa con la pandemia. Quest'ultima ha portato via i testimoni del secondo conflitto mondiale, coloro i quali, avevano nel cuore ma soprattutto nella mente le atrocità, la disperazione, la miseria che comporta una guerra. Le nuove generazioni ma anche i fruitori degli anni 80 o quelli del 68, hanno vissuto con l'idea di un benessere perenne, con il progresso ancora di salvezza. La pandemia ha riportato la paura di morire. La guerra, speriamo nella sua non escalation, forse la consapevolezza della fragilità umana, di una libertà non perenne. Quanta ipocrisia durante la pandemia e adesso da parte di chi appare sorpreso di fronte a gesti di coraggio, di solidarietà, di altruismo. Certo, ancora esiste un'umanità che crede nei valori che non siano quelli del vendere e del comprare. Poi, vedo una classe politica figlia delle epoche che ho citato, quindi non pronta, deficitaria. Mi scuso, se l'opinione che adesso scriverò non potrà piacere: ho sempre visto Putin ma anche Erdogan, che possiamo tacciare di autoritarismo, di essere criminali, sanguinari, questi attributi servono a poco, come dei leader conoscitori dei loro rispettivi popoli e storia. Rispetto ai nostri esiste un abisso. Noi, con la pretesa dei diritti universali, della democrazia da esportare, dimostriamo l'incapacità di cogliere l'essenza pura della storia.
Caro Meotti condivido la sua analisi. Tenga duro, la sua news letter per noi è una luce in fondo al tunnel!
Grazie molte Sebastiano, sarà sempre più difficile pensare con la nostra testa...
In questo momento la palla è al popolo francese. Zemmour è impeccabile.
Grazie Giulio, del suo libero pensiero.
Grazie del tuo e del vostro sostegno, per me non affatto scontato in questi tempi
L'Ucraina è stata INVITATA ad aderire alla Nato, o tale adesione era nei desideri di Zelewsky o nei timori di Putin?
Chiedo un'informazione, c'era un progetto attuale per fare entrare l'Ucraina nella NATO? Grazie
"Considerare l'Ucraina
come
parte del confronto Est-Ovest.
spingerla a far parte della Na-
to, equivarrebbe ad affossare
per decenni ogni prospettiva
di integrare la Russia e l'Occi-
dente - e in particolare la Rus-
sia l'Europa - in un sistema di
cooperazione internazionale.
Una saggia politica statuniten-
se verso l'Ucraina avrebbe do
vuto cercare il modo di favori-
re l'intesa tra le due parti del
Paese. L'America avrebbe do-
vuto favorire la riconciliazio-
ne e non, come ha fatto, il do-
minio e la sopraffazione di una
fazione
all'altra" Henry Kissinger. WP, 2014
Sì, quella era la strada da percorrere. Lo stesso Kissinger che ci aveva avvertito: "Per capire Putin, si deve leggere Dostoevskij. Putin sa che la Russia è molto più debole di quanto era una volta, anzi molto più debole rispetto agli Stati Uniti. E’ il capo di uno stato che per secoli si è definito per la propria grandezza imperiale, ma poi ha perso trecento anni di storia imperiale con il crollo dell’Unione Sovietica. La Russia è strategicamente minacciata ai suoi confini: da un incubo demografico al confine con la Cina; da un incubo ideologico nella forma dell’islam radicale lungo il confine meridionale; a ovest dall’Europa. Mosca la considera una sfida storica"