La cultura italiana è piena di quelli che Albert Camus definiva “coloro che collocano sempre la propria poltrona nel senso della Storia”. Leggono tutti dallo stesso spartito della messa cantata dell’ideologia, si proteggono a vicenda, usano tutti gli stessi slogan. E come ricorda il Wall Street Journal, “impongono il conformismo politico”. Per questo non capita spesso (in Italia praticamente mai) di leggere un saggio come questo sull’Europa scritto da chi ha tutto da perdere e niente da guadagnare.
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