I capitalisti woke ci vendono la corda con cui ci impiccheremo
La nuova versione della massima di Lenin è incarnata da Goldman Sachs, la banca che impone i "pronomi neutri". L'ex direttore del Wall Street Journal: "Con questa ideologia si suicida l'Occidente"
Le rivoluzioni partono in sordina, come esperimenti elitari e d’avanguardia. Questa è iniziata in alcune scuole materne della Svezia, dove i bambini non sono più chiamati al maschile o al femminile, ma con un pronome neutro: hen.
Poi, da in sordina, le rivoluzioni si diffondono a macchia d’olio. Così anche la “cattolicissima” Irlanda apre ai bagni neutri nelle scuole, l’Università di Manchester impone al personale di non utilizzare più "madre" e "padre", la città di Salem introduce il “linguaggio gender free”, alcune scuole in Francia celebrano la “festa dei genitori” invece che della mamma, Princeton sostituisce la desinenza “man”, l’Università del Vermont introduce i pronomi neutri, le chiese più liberal discutono di Dio con formule neutre, le Nazioni Unite propongono “humanity” al posto di “mankind”, il principale premio musicale britannico cancella la distinzione uomini e donne, il sindaco di New York celebra le “persone che partoriscono” e un giudice della Corte Suprema americana non sa più definire cosa sia una “donna”.
A quel punto, come aprendo la tipica finestra di Overton, la rivoluzione diventa inarrestabile. E prende piede anche nei posti più impensabili. Perfino nei caveau delle società. Intanto dall’Inghilterra arriva la storia esemplare di una ricercatrice universitaria su come in quest’Occidente deragliato chi critica questo nuovo ugualitarismo radicale, arrivato come ha detto la più famosa scrittrice canadese Margaret Atwood persino a “bandire la parola donna”, non rischia il Gulag, ma la messa al bando dalla società.
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