Lavoro a Il Foglio Quotidiano dal 2003, quando Giuliano Ferrara mi chiamò nel giornale più libero e anticonformista della storia italiana. Ho scritto anche per il Wall Street Journal, Arutz Sheva, Weltwoche, Middle East Forum e Gatestone Institute. Nel frattempo, venti libri tradotti in inglese, norvegese, spagnolo, polacco e che hanno vinto anche qualche premio importante, come il Capri San Michele (ma dopo che lo ha vinto Ratzinger).

Viviamo nel tempo della barbarie e abbiamo bisogno di tenere uno specchio davanti all’Occidente e il nostro mondo che sta crollando. Per questo è nata questa newsletter, I figli dell’Occidente. E prima lo comprendiamo, prima sapremo correre ai ripari e meglio sapremo difenderci.

Non mi interessa partecipare alla rissa politica e al chiacchiericcio sul niente che definisce il giornalismo italiano. Sono un conservatore senza casa: non scrivo veline partitiche, detesto i totalitarismi ideologici (neri, rossi, verdi, eco, fluidi), odio lo stato-balia e difendo la libertà dell’uomo, amo il pensiero non allineato e non arruolabile, la nostra cultura aggredita da vecchi e nuovi decostruttori, non tollero il politicamente corretto e temo il progetto islamico di conquista dell’Occidente, che resta il miglior nemico di sé stesso. Penso che la trasformazione demografica, culturale e religiosa dei paesi occidentali sia la più importante (e meno raccontata) storia del nostro tempo.

Mi interessa provare a sbirciare nel futuro, vedere quello che ci riserva.

Per questo è nato questo sito nel gennaio 2021, per esplorare il caos e lo choc di civiltà che inghiotte le nostre vite, mentre l’Occidente viene forzatamente riconfigurato. Nasce come indagine sul nostro continuo “sconvolgimento” collettivo, sulle sue cause e conseguenze. Cosa sta accadendo? Perché? Dove siamo diretti? Queste sono le domande che mi sono posto.

Per parafrasare Karl Kraus: non so deporre un uovo, ma so quando uno è marcio.

Una newsletter anche per tenere in allenamento lo spirito critico e garantire diritto di cittadinanza a idee vietate ai lettori italiani (per codardia e paura editoriale). Perché scrivere oggi è un po’ come giocare alle parole proibite di Tabù.

Non temo la “dissonanza cognitiva”, pensare e scrivere diversamente dal blob giornalistico. Non ho la pretesa che i lettori siano sempre d’accordo con me ma di scrivere sempre quello che penso, anche se “in un mondo di fuggitivi la persona che prende la direzione opposta sembrerà un disertore” (T.S. Eliot), e di dare loro quello che non troveranno altrove in Italia e che li faccia pensare.

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Giornalista del Foglio. Molti libri tradotti all'estero. Gli ultimi sono "La fine dell’Europa" (Premio Capri), "I nuovi barbari", "La dolce conquista", "Il Sabato Nero" e "Manicomio Occidente". Per contattarmi giuliomeotti@hotmail.com

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Giornalista del Foglio e autore