"Siamo come la Stasi, Goebbels e Stalin, ma sorvegliamo e censuriamo in nome dell'inclusione"
Un grande scrittore contro il politicamente corretto di stato. "Cicerone criticò la censura, gli tagliarono le mani e le portarono all'imperatore. In Occidente oggi si controllano parole e pensieri"
Le catene di un sistema autoritario sono grandi e visibili, quelle di una società “libera” infide, nascoste e sottili: si vive sotto la tirannia del filisteismo, dell’opinione pubblica e del “buon gusto”. Come giudicare altrimenti il caso di un paese occidentale ammirato per le sue credenziali progressiste, ma dove il governo fa una legge per decidere cosa è lecito trasmettere sui social e Internet, la tv pubblica stila elenchi di “parole offensive”, si organizzano roghi di “libri razzisti” nelle scuole di stato, si cancellano le feste cristiane, le autorità ti costringono a usare il “pronome preferito” del tuo interlocutore, i dissidenti sono sanzionati dagli ordini professionali e dalle biblioteche pubbliche scompaiono classici dell’infanzia perché “pieni di stereotipi”?
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a La newsletter di Giulio Meotti per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.