"Ratzinger era odiato perché ha attaccato il relativismo, il peccato del XX secolo"
È morto il grande storico Paul Johnson. L'ultima intervista che mi concesse. "Non mi inchino alle panacee accademiche sulla nomenclatura né accetto i filatteri del politicamente corretto"
Storico di fama, scrittore contrarian e icona intellettuale, Paul Johnson è scomparso a 94 anni. Il cattolico dai capelli rossi di Manchester è stato uno dei più importanti intellettuali inglesi di sinistra che si sono spostati a destra negli anni '60, passando da direttore della rivista New Statesman (dove aveva eloquentemente difeso la causa del socialismo) a firma di punta di riviste conservatrici. Ha scritto più di 50 libri su temi che vanno da Socrate alla regina Elisabetta, dalla storia religiosa all’arte. Era amico di molti primi ministri, in particolare Margaret Thatcher. A Giovanni Paolo II, Johnson diede una copia in polacco del suo volume di seicento pagine sulla storia del cristianesimo. Nel 1977 pubblicò "Nemici della società", un attacco agli intellettuali di sinistra. Nello stesso anno si dimise dal Labour. La sua apostasia divenne virale nella cultura inglese. Aveva il gusto della provocazione, quella sana, Paul Johnson. Di Cezanne scrisse che "ha una certa rilevanza in un'epoca di travestiti, trans, sex-op, transessuali e gender-bending”.
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