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Notre Dame, il mercatino di Natale, Israele e la strana fine della cultura occidentale laico-cristiana
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Notre Dame, il mercatino di Natale, Israele e la strana fine della cultura occidentale laico-cristiana

La generosità per far rinascere la cattedrale, la follia multiculturale e i numeri choc (anche in Italia) di chiese vendute. Ma il vuoto culturale non resta mai tale: verranno a riempirlo

“Il liberalismo si basa sui fondamenti morali del monoteismo ebraico-cristiano e sulla contingenza storica del potere globale dell’Occidente” dice alla rivista inglese New Statesman il celebre filosofo John Gray, che si definisce ateo.

“Forse il Duemila cova per noi l’allarme di sconvolgimenti e definitivi disastri? Questo secolo ha già consumato i primi venti anni del suo tempo senza dirci chi è e cosa vuole. Non era mai accaduto... In Europa le sole note di novità ci vengono da Houellebecq che profetizza a breve la fine della cultura occidentale laico cristiana aggredita dai colpi della spiritualità islamica”. Così si era espresso in uno dei suoi ultimi articoli su La Stampa anche il critico culturale Angelo Guglielmi, l’ultimo dei fondatori del “Gruppo 63” assieme a Umberto Eco ed Edoardo Sanguineti.

“Sono ateo, vengo dall’Islam e piango il crollo del Cristianesimo in Europa” ha scritto il romanziere algerino Boualem Sansal, da un mese in una galera algerina nella totale indifferenza degli scrittori, dei laici e dei liberali. “Desacralizzando e decostruendo tutto, abbiamo creato le condizioni per il nostro fallimento”.

Una piccola forma di risveglio si è vista nella notte della riapertura della cattedrale di Notre Dame.

“Notre-Dame de Paris è stata il centro del mondo” scrive su Le Figaro Pascal Bruckner, saggista e filosofo ateo, il cui ultimo libro si intitola Je souffre donc je suis. Portrait de la victime en héros (Grasset, 2024). “La distruzione dell’edificio a causa di un incendio nell’aprile 2019 aveva commosso l’intero pianeta, che se ne era appropriato come un bene essenziale dell’umanità. È accaduto qualcosa che sembrava fondamentale per tutte le nazioni del mondo e che la riapertura ha consacrato in modo vivido. La cerimonia, che ha riunito personalità di ogni continente e di ogni fede, si è svolta nel segno della luce e della resurrezione e ha riunito uomini e donne di ogni origine e provenienza, eguali nella dignità. Il re del dollaro era presente, nella sua maestosità, nella persona di Donald Trump, che si è mostrato stoico e dignitoso. Elon Musk ha iniziato a parlare in latino: ‘Magnificat cathedrale’. Il tempo di una messa, l’asse del globo si è inclinato e la grazia ha toccato i nostri leader. Permettetemi di chiamarlo il miracolo di Notre-Dame. Anche un agnostico può credere nelle forze spirituali”.

Ma appena dieci giorni dopo la riapertura della cattedrale di Parigi, un altro evento cristiano è stato insanguinato in Europa.

E come scrive il caporedattore del Welt Ulf Poschardt, “un altro mercatino di Natale è diventato il bersaglio di un attacco mortale. Qualunque siano le motivazioni del colpevole, per il medico dell’Arabia Saudita, per quanto confuso possa essere stato, la scelta della scena del crimine è legata al desiderio di trasformare gli ultimi luoghi intatti di una cristianità laica in luoghi di traumi e sofferenze. L’odio di chi la pensa diversamente è un odio verso gli ebrei e – sempre completamente represso – verso i cristiani. Anno dopo anno i cristiani vengono perseguitati in tutto il mondo, ma nessuno sembra preoccuparsene”.

E così i cittadini si sono ritrovati davanti a un’altra cattedrale, stavolta non per celebrare, ma per protestare. E per ricordarci che la vita normale in Europa occidentale ormai può essere solo simulata in zone di massima sicurezza dietro enormi barriere di cemento, perché abbiamo aperto a un’altra cultura e abbiamo deciso di spingere ai margini quella vecchia giudaico-cristiana-liberale pianta dai Gray, dai Guglielmi e dai Sansal.

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