Volontario nella Prima guerra mondiale ferito a Verdun, anticomunista e autore della monumentale biografia di Federico II (“il primo europeo di mio gusto”, come lo definì Nietzsche), lo storico Ernst Kantorowicz non ebbe altra scelta che lasciare la Germania nell’annus horribilis 1939. Non bastava che la sua grande opera sull’imperatore fosse piaciuta a Goebbels. Kantorowicz era un ebreo sotto il nazismo. Arrivò negli Stati Uniti, dove ottenne la cattedra di Storia medievale a Berkeley. Dieci anni dopo, in piena temperie maccartista, l’amministrazione universitaria impose ai docenti il giuramento di anticomunismo. Kantorowicz si rifiutò di sottoscriverlo nonostante fosse il docente più anticomunista d’America: aveva in orrore un simile giogo intellettuale. Trovò lavoro a Princeton grazie all’intercessione di Robert Oppenheimer.
Kantorowicz aveva visto in Germania quello che capitava quando si cominciava a imporre giuramenti universitari. E per spiegare il suo rifiuto di firmarne uno anche a costo di perdere il lavoro, il leggendario storico disse: “Ci sono tre professioni che hanno il diritto di portare la toga e sono il giudice, il prete e il professore. Quest’abito attesta la maturità mentale di chi lo porta, la sua indipendenza di giudizio e la sua diretta responsabilità verso la sua coscienza e il suo dio. Sono le ultime professioni che dovrebbero accettare di agire sotto costrizione”. Altri tempi. L’America di oggi avrebbe orripilato Kantorowicz.
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