"Noi Russi in futuro non leggeremo Tolstoj e Dostoevskji, ma il Corano"
Il saggio di uno scrittore russo, i numeri che tolgono il sonno a Putin, il segreto della strage di domenica, i video choc, la pericolosa dipendenza dal petrolio e la letale dipendenza demografica
“Il termine ‘russi’, che il mondo usa per i 144 milioni di cittadini del mio Paese, è fuorviante. In alcune aree, come le repubbliche del Caucaso settentrionale, i russi sono del tutto assenti (in Inguscezia rappresentano un misero 0,6). Ma forse più importante è la questione demografica: il Gran Mufti Ravil Gainutdin ha previsto, entro il 2030, uno sconcertante terzo del paese musulmano”.
Così il saggista russo Sasha Lensky sullo Spectator.
“Forse si tratta di un'affermazione eccessiva, finalizzata a ottenere maggiori fondi per la costruzione di moschee, ma resta il fatto che il numero di russi etnici è in calo (nel censimento del 2020 è diminuito del 4,9 rispetto a dieci anni prima), mentre la popolazione cecena musulmana è in aumento (nello stesso periodo il numero di ceceni è cresciuto del 17,1 per cento). A Mosca, la popolazione musulmana è aumentata di cinque volte dalla fine degli anni '90. A San Pietroburgo, nel 2022, l'Eid, la festa musulmana, è stata celebrata da 160.000 persone; nel 2023 il numero è raddoppiato. Naturalmente, questi cambiamenti sono accompagnati da tensioni. A Nakhabino, vicino a Mosca, una donna che faceva jogging è stata colpita in faccia da un immigrato dell'Asia centrale perché riteneva i suoi pantaloncini troppo stretti (spiegando poi, dopo l'arresto, che voleva ‘salvarla dal peccato’). Un attivista della Bashkiria, Rasul Akhiyaretdinov, ha recentemente pubblicato una lettera a Putin chiedendo che la statua della Madre Russia a Volgograd sia ‘ricostruita’ e che le sue ‘parti intime’ (seni e capezzoli sporgenti, a quanto pare) siano nascoste al pubblico. ‘Vladimir Vladimirovich’, ha detto nel suo video, ‘l'Unione Sovietica ha fatto molti errori e questo monumento è uno di questi. Nostra madre non può avere un aspetto simile!’. Recentemente un deputato comunista della Duma, Mikhail Matveev, ha dovuto scusarsi con il leader ceceno Ramzan Kadyrov per aver detto che ‘alcuni immigrati stanno cercando di imporre in modo aggressivo la sharia su di noi’ e che ‘le autorità si stanno piegando all'islamismo’. Eppure, in una precedente intervista, aveva commentato le notizie secondo cui le celebrazioni natalizie erano state cancellate in alcune scuole russe in seguito alle lamentele per il fatto che tali festeggiamenti, con i loro alberi e le loro decorazioni, erano haram (una forma di culto idolatrico vietato). Senza dubbio Matveev aveva ragione: nel settembre 2023, l'Agenzia federale per le questioni nazionali ha pubblicato i risultati di un sondaggio condotto tra gli immigrati, in cui il 43,5 per cento ha dichiarato di preferire la sharia alla legislazione laica e il 24 si è detto pronto a partecipare alle proteste di piazza per chiederne l'applicazione. Anche se i musulmani non costituiranno il 30 peer cento della popolazione entro la fine di questo decennio, come ha affermato il Mufti, ce ne saranno abbastanza per cambiare lo ‘stile di vita russo’. Se le cose continueranno su questa strada, i miei figli potrebbero assistere a cambiamenti radicali - nella scuola, nella legislazione, nei codici di abbigliamento e così via - e i miei nipoti potrebbero studiare il Corano, piuttosto che Tolstoj e Dostoevskij. È un'amara ironia che questa guerra, combattuta sotto la bandiera di una ‘Russki Mir’ in continua espansione, possa, in realtà, accelerare, inconsapevolmente, la strana morte della Russia”.
Questa è Mosca per l’ultimo Ramadan.
Nel 1991, l’Unione Sovietica aveva 120 moschee. In vent’anni, ne hanno costruite 8.000.
Sono i numeri che tolgono il sonno a Vladimir Putin, assieme alla strage contro le chiese e la sinagoga nel Dagestan (su cui per ora tace).
“Il mondo deve prepararsi alla realtà già visibile nelle aule delle scuole elementari e nei reparti maternità…”.
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