“Per loro l’essenziale è la demografia, e l’istruzione; il sottogruppo demografico che dispone del miglior tasso riproduttivo, e che riesce a trasmettere i propri valori, trionfa; per loro è tutto qua, l’economia e la stessa geopolitica non sono che fumo negli occhi: chi controlla i bambini controlla il futuro, stop”.
“E in pratica cosa vogliono?”.
“Secondo la Fratellanza Musulmana, ogni bambino francese deve avere la possibilità di beneficiare, dall’inizio alla fine dell’età scolare, di un insegnamento islamico. E l’insegnamento islamico è, da tutti i punti di vista, molto diverso dall’insegnamento laico. Per prima cosa, non può assolutamente essere misto; e solo alcuni indirizzi saranno aperti alle donne. Le regole riguardanti il regime alimentare delle mense e il tempo dedicato alle cinque preghiere quotidiane dovranno essere rispettate; ma, soprattutto, il programma scolastico in sé dovrà essere adattato agli insegnamenti del Corano”.
Così Michel Houellebecq in Sottomissione immaginava una dolce conquista islamica dell’Europa.
Ora il romanzo di Houellebecq è cronaca reale nelle nostre scuole. E chissà se anche questa è “l’Europa” celebrata nella piazza di Michele Serra.
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