"Nelle grandi città europee, gli immigrati sono già la maggioranza"
I media censurano lo studio-choc di due accademici di sinistra (l'Italia arriverà a 18 milioni di immigrati). Siamo una villa di vecchi inquilini e serrature rotte che ha paura di guardare fuori
Si sente in continuazione liquidare la paura dei popoli europei di fronte all'immigrazione di massa come “xenofobia”. Una paura che le camarille al comando possono denunciare come “razzismo”, agitando lo spettro dell’apocalisse democratica, mentre la “narrativa” evoca una maggioranza inclusiva e una minoranza di esclusi che, grazie alle politiche di iper tolleranza, devono beneficiarne. Ma soltanto i ciechi possono negare la disintegrazione in corso che convalida la tesi sociologica della scomparsa della maggioranza e la nascita di una società di ricotta. A raccontarlo non è un “reazionario” come l’autore de L’identità infelice, Alain Finkielkraut, per cui “il cambiamento demografico in Europa è spettacolare”, ma due accademici di sinistra finanziati dal Consiglio europeo della Ricerca.
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