Nel tempo della prostituzione di civiltà un resistente armeno ha più onore di un relativista europeo
Se gli sgherri turchi trasformano in moschee le chiese conquistate d'Armenia, l'Europa in "coma spirituale" che aspetta solo l'eutanasia le sue chiese le vende per farne moschee. Chi ha più dignità?
Lo storico inglese William Dalrymple racconta nel suo magnifico Dalla montagna sacra di aver trovato l’ultima cristiana a Diyarbakir, che un tempo era stata una culla del Cristianesimo turco. “Si diceva che un pugno di armeni si aggrappassero ancora alla città e che una chiesa armena fosse ancora in funzione. L’ho trovata e sembrava abbastanza grande da contenere un migliaio di persone. Fu solo guardando attraverso le griglie della finestra che mi resi conto che la chiesa era in rovina. Quadri sacri decoravano ancora le pareti; un’iconostasi dorata separava la navata; sull’altare c’era ancora un libro. Mancava solo il tetto”.
Nella casa sul retro, Dalrymple incontra due fratelli curdi, Fesih e Rehman, e una signora molto anziana di nome Lucine. “Lucine era armena. Cercai di chiederle cosa fosse successo alla chiesa. Non ha risposto. Ho chiesto di nuovo. Ha risposto Fesih. ‘Non può parlare. Non dice una parola da anni. Da quando suo marito è stato ucciso. La sua mente è morta. Ora ci prendiamo cura di lei’. E la sua famiglia? ‘Tutti morti’. E gli altri armeni? ‘Non ce ne sono’, disse Fesih. ‘Ce ne erano migliaia. Me li ricordo che correvano fuori di qui ogni domenica, guidati dal loro sacerdote. Ora lei è l’ultima’”.
La storia per gli Armeni si ripete, più che come farsa, come tragedia.
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a La newsletter di Giulio Meotti per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.