"Mi processino sull'Islam, ma non mi sottometterò a imam e rospi letterari"
Intervista esclusiva al filosofo Michel Onfray, trascinato in tribunale dalle moschee. "Ero pronto alle botte dell'islamo-sinistra che ha già fatto dimettere il Papa di Ratisbona"
I guai con l’Islam di Michel Onfray, filosofo e intellettuale francese tanto letto quanto esecrato, iniziarono all’indomani dei grandi attentati che hanno scosso Parigi nel 2015, quando rinunciò a pubblicare il libro Pensare l’Islam. Ora l’Unione delle moschee di Francia e il Consiglio francese del culto musulmano annunciano di portare in tribunale Onfray, la sua rivista e Michel Houellebecq, per un articolo che Onfray e Houellebecq hanno scritto a due mani e che ha spinto a intervenire anche il governo francese. La filosofa femminista Élisabeth Badinter ha detto: “Se facciamo un piccolo passo indietro con il pretesto del benpensare, del decoro, del non ferire, la libertà di espressione è finita”. Onfray è qui a colloquio per la newsletter in una esclusiva italiana. La libertà di espressione è finita?
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