Melania Trump è una escort e Greta è come Anne Frank. Cari amici, la sinistra può permettersi tutto
Immaginate se a dirlo fossero stati giornalisti e politici di destra. Ce li frantumerebbero per un mese. Invece niente, loro sono i Buoni, immuni, impuniti e immortali. Sono i pagliacci della Virtù
Immaginate se un giornalista di destra su Rai Uno avesse definito una “escort” la First Lady Democratica. Il giornalista sarebbe considerato persona non grata per qualche mese da tutte le televisioni, il responsabile di rete sarebbe messo a fare le previsioni del tempo e ai conduttori che hanno riso a quella frase sarebbero fatti sfilare col cappello da asino. Si griderebbe alla misoginia di stato, al fascismo verbale e all’odio politico. Ci sarebbero campagne di opinione.
E’ avvenuto a parti invertite. Il giornalista di sinistra ha definito tale, una zoccola, Melania Trump. Giusto un paio di tweet di giornalisti che hanno capito che, se ci scandalizziamo per una battuta sull’acconciatura di una inviata della Rai (guarda caso di sinistra), non si può restare in silenzio di fronte a chi definisce escort la First Lady in carica (Melania lo era quando è stata apostrofata in quel modo). I direttori e responsabili di rete sono stati oggetto di una tiratina di orecchie interna, ma niente di più. La mattina dopo, su Rai Uno, giusto due parole di scuse. Poi si è passati ai soliti fondamentali servizi sui broccoli. Una ex presidente della Camera, paladina di tutte le campagne antimisoginia, di fronte alla frase da scaricatore di porto sulla moglie di Donald Trump si è chiesta se il giornalista non avesse peccato di scarsa conoscenza della lingua italiana. Caso chiuso. Il giornalista il giorno dopo era di nuovo in televisione a spiegarsi.
Immaginate se, poche ore dopo, il sindaco di una importante città italiana avesse paragonato una militante della propria parte politica ad Anne Frank, la ragazza ebrea di Amsterdam simbolo della Shoah e autrice del celebre “Diario”, uccisa a Bergen Belsen. Lo si accuserebbe di aver banalizzato, strumentalizzato e, sì, usato biecamente la tragedia degli ebrei a fini politici. E’ avvenuto, anche questo, a parti invertite.
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha dichiarato: “Penso che Anne Frank sia stata un’anticipatrice della presenza femminile in così giovane età. Viene naturale pensare a Greta Thunberg, perché sono due storie di coraggio enorme in cui si parte dalla cosa più semplice che c’è e si arriva a un risultato simile”. A parte qualche dichiarazione indignata di politici di centrodestra, polemica già chiusa.
La morale delle due vicende, cari amici, è una sola ed è la medesima. Che la destra cammina su un campo minato e basta una virgola sbagliata per impiccarcela, annodargliela al collo e gettarla nel pozzo del disprezzo pubblico. La sinistra può dire tutto. Persino che la First Lady repubblicana è una donnaccia e che una ragazzina svedese che ha saltato la scuola perché “vede la Co2 a occhio nudo” ricorda la sua omonima olandese sterminata dai nazisti in quanto ebrea.
Al grande concorso di bellezza morale la sinistra non si batte. Mai.