Licenziare, censurare, processare e aggredire: la brutta fine del liberalismo che ripristina i reati d'opinione
Scrittori e storici rivelano. "La codardia è contagiosa, il coraggio è raro e anche chi dissente ha imparato a tacere. La paura dilaga". Arrestano studenti per aver detto che "ci sono solo due sessi"
Bill Maher è un democratico liberale e un famoso comico americano. Anzi, è uno dei pochi grandi comici che non ha ancora piegato la testa alla propaganda. Comici così in Italia non ne abbiamo. “Se fai parte della rivoluzione woke, devi imparare a conoscere la parte delle rivoluzioni che sfuggono al controllo perché i rivoluzionari sono così strafatti del loro elisir di purezza che pensano di poter reinventare la natura umana”, attacca questa settimana Maher. “Mao ordinò di liberarsi dei ‘quattro vecchi’: vecchio pensiero, vecchia cultura, vecchi costumi e vecchie abitudini. Coloro che non volevano assecondare la richiesta venivano attaccati dalle Guardie Rosse che distribuivano cappelli d'asino. Ci sono state umiliazioni e persone indicate col dito. E un milione di morti”. Maher conclude: “Ho passato trent’anni in tv a prendere per il culo i repubblicani che dicono che il cambiamento climatico è solo teoria. E ora ho a che fare con leader che dicono: ‘Sapete cos'altro è solo una teoria? La biologia’”.
Licenziare, censurare, processare e aggredire: ecco la brutta fine del liberalismo che sta ripristinando i reati d'opinione. Come scrive Bari Weiss, la giornalista che si è dimessa dal New York Times attaccando il clima di censura e conformismo, “femministe che credono che esistano differenze biologiche tra uomini e donne, medici il cui unico credo è la scienza, professori che cercano la libertà di scrivere e di fare ricerca senza paura di essere denigrati” sono arrestati, licenziati, aggrediti e processati. Viviamo in una distopia tale che “le parole che in genere associamo alle società chiuse – dissidenti, liste nere, double thinkers – sono esattamente quelle che oggi balzano alla mente. Mostrandoci che i prossimi potremmo essere noi, siamo costretti a conformarci e obbedire, restando in silenzio o magari offrendo noi pure il nostro legnetto da ardere. Questa ideologia si ammanta del linguaggio del progresso e se non twitti il giusto tweet, non condividi il giusto slogan o non posti il giusto motto, la tua vita intera può essere rovinata”.
Se soltanto distogliessimo un attimo lo sguardo dalle finte polemiche dall’eterna Sanremo che è diventata l’Italia scopriremmo che quello sta succedendo nelle democrazie occidentali ha dell’incredibile.
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