Le forche di Khomeini e le lacrime di coccodrillo dei sedicenti progressisti
L'ayatollah disse alla Fallaci: "Taglieremo il dito in cancrena". Giornalisti e scrittori - la crème dell'antifascismo italiano - applaudirono e si scaldarono al fuoco della rivoluzione islamica
L’Islam dormiva, sembrava una religione morta e nel 1979 l’Enciclopedia Einaudi non aveva neanche una voce sull’Islam. Poi venne l’imam con il turbante nero dei discendenti del Profeta e lo avrebbe risvegliato con la cupidigia dell’apocalisse e il bagno di sangue permanente. Ora siamo colpiti da questi volti di uomini e donne iraniani che i mullah giustiziano di prima mattina in questo paese devastato dalla “rivoluzione islamica”. Rivoluzione che fu osannata, difesa, giustificata e cantata dalla crème della cultura progressista occidentale ed europea, anche italiana.
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