La pagliacciata dei professori in fuga da Trump rifugiati in Europa
Con Macron che vuole accoglierli potremmo fare come Tom Wolfe che voleva andare all'aeroporto a salutarli. O spiegare che nelle nostre università basta un pensiero "sbagliato" per finire in lista nera
Una sera Tom Wolfe ebbe l’ardire di dichiarare a una cena che aveva votato per George W. Bush. “Ecco un esempio della situazione in America. Tina Brown ha scritto che era a una cena in cui un gruppo di pesi massimi dei media stava discutendo, durante il dessert, su cosa avrebbero potuto fare per fermare Bush. Poi un cameriere annuncia che è di periferia e voterà per Bush. E... la reazione di Tina è: ‘Come possiamo convincere queste persone a non votare Bush?’. Io ne traggo la lezione opposta: che Tina e la sua cerchia non hanno la minima idea del resto degli Stati Uniti. Sei considerato ritardato se sostieni Bush in queste elezioni. In effetti, ero a una cena simile, ascoltavo la stessa conversazione e ho detto: ‘Se tutto il resto fallisce, puoi votare Bush’. La gente mi guardò come se avessi appena detto: ‘Oh, dimenticavo, sono un molestatore di bambini’. Voterei per Bush se non altro per essere all’aeroporto a salutare tutti quelli che dicono che andranno a Londra se vincesse di nuovo. Qualcuno deve pur restare”.
Alla notizia che alcuni professori americani stanno facendo le valigie per l’Europa si potrebbe fare come Tom Wolfe, ma ne servirebbe di talento. Per cui forse è meglio spiegare loro cosa li attende nelle nostre aule.
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