La civiltà del vuoto erige altari all’orrore e al nulla
Malati di mente, sordi, bambini, coppie “stanche di vivere”. Chiedi e avrai l’eutanasia. Sembra l’epilogo di Stefan Zweig, è il libertarismo europeo al crepuscolo. Luce al neon avvolta nel buio
Viene decisa la morte a 68 anni, per liberarsi dal carico (economico e sanitario) di una popolazione che invecchia. A quel “periodo fisso” si viene “deposti” in un Collegio, chiamato così perché lì, all’ombra dei forni crematori, per un altro anno si apprenderà a “morire bene”. Si calcola quanto risparmierebbero le casse dello stato da questa eutanasia di massa. “In media cinquanta sterline per ogni uomo e donna. Se la nostra popolazione dovesse arrivare a un milione, presumendo che solo uno su cinquanta abbia raggiunto il ‘periodo fisso’, la somma risparmiata dalla colonia ammonterebbe a un milione di sterline l’anno, che contribuirebbe alle nostre ferrovie, a rendere navigabili i nostri fiumi, a costruire i nostri ponti e a fare di noi il popolo più ricco sulla terra. E ciò sarebbe reso possibile da un provvedimento che fa il bene degli anziani più di quello di qualsiasi altra classe della comunità”. Il riposo forzato diventa “la deposizione” e la morte è la “cessazione prefissata dell’esistenza di coloro che altrimenti invecchierebbero”. Dai cancelli fino al “tempio” in mezzo ai campi correva un ampio sentiero dove erano stati piantati eucalipti e lecci, gli alberi della gomma per la generazione attuale e le querce verdi per quelle a venire. Il governatore alla fine viene deposto, ma è sicuro che l’idea del “Periodo Fisso” sarà raccolta dalle generazioni future. Aveva visto giusto.
Il grande scrittore vittoriano Anthony Trollope immaginava tutto questo nel 1882 nel suo romanzo Il termine fisso.
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