"In Occidente c'è un controllo più subdolo della dittatura, perché crea consenso"
Così una grande scrittrice. "Oggi nessuno pubblicherebbe Rushdie. Gli editori puliscono i libri da parole 'offensive' e i social ne colpiscono uno per farne tacere cento. Tirannia dell'autocensura"
“Ogni volta che gli amici dei miei genitori venivano a trovarmi, si sedevano in soggiorno a parlare ad alta voce, tranne quando criticavano il governo militare. E allora parlavano a bassa voce. Quel sussurrare era sorprendente. Perché parlare in toni sommessi nella privacy del nostro salotto, bevendo brandy? Perché erano parole che non osavano dire in pubblico. Non ci aspetteremmo questo sussurrare in una democrazia. La libertà di espressione è il fondamento delle società aperte. Ma ci sono molte persone nelle democrazie occidentali oggi che non parlano ad alta voce di questioni a cui tengono perché hanno paura di ciò che chiamerò ‘censura sociale’, ritorsioni, non da parte del governo, ma di altri cittadini”.
Basta vedere quello che è successo nell’ultima settimana: un grande coreografo è stato licenziato perché il suo Otello era “razzista”, nelle università hanno messo sotto censura i classici della letteratura perché “offensivi” e una docente è stata cacciata perché si rifiuta di abbandonare termini come “uomo e donna”…
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