"In America 156 accademici licenziati per aver espresso un'opinione contraria"
Un rapporto spaventoso. In Europa invece ex terroristi rossi tengono lezione nelle università da cui si cacciano famose accademiche critiche dell'utero in affitto. "Sembra la Germania dell'Est"
Come ha detto al Times la scrittrice Kate Clanchy, prima o poi si alzerà qualcuno per castigare chi chiama i Talebani “terroristi”, visto che da un anno rigovernano l’Afghanistan. Ora viviamo tutti in un mondo woke capovolto. Un mondo dove a qualcuno viene anche in mente di processare Pablo Picasso per lesa moralità mezzo secolo dopo la morte.
L’albero del pensiero unico sta facendo ombra alla ragione. A giudicare da quello che sta succedendo nelle maggiori università occidentali si è ormai liberi soltanto di aderire ai seguenti slogan: “i neri sono buoni e i bianchi cattivi”, “ci sono cento generi sessuali” e “l’Islam non si tocca”. L’effetto di questi diktat grotteschi è quello indicato dal celebrato scrittore tedesco Uwe Tellkamp, autore del Bildungsroman di mille pagine sulla Ddr, La torre (Bompiani), che ha detto che in Occidente esiste ormai un “corridoio etico” in cui opinioni che divergono dal mainstream sono “appena tollerate”, si rischia la “dittatura morale” e le parole non hanno più senso.
Lo aveva previsto Tom Wolfe in una intervista a La Stampa del 1983, quando disse: “Viviamo in un'epoca in cui fratellanza vuol dire sottomissione”. E se continua così, diciamo in 5-10 anni, rassegnati all'autocensura e alla repressione intellettuale, ci volteremo indietro guardando alla libertà di espressione e di pensiero come alle stranezze di un tempo dimenticato.
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