"Il politicamente corretto lo ha inventato Lenin e ora questa spazzatura si insinua in Occidente"
Nel 1982 un grande scrittore previde che il marxismo culturale avrebbe conquistato anche le menti degli stupidi occidentali. E ora stiamo emulando l'Unione Sovietica nella riscrittura dei libri
Di mestiere, Vladimir Solodin faceva il censore e per anni ha bandito libri, cancellato capitoli, omesso frasi invise al potere e alla morale sovietica. Poi un giorno del 1988 apparve alla tv sovietica: “Stiamo lavorando perché tutte le restrizioni siano tolte”. Si chiamava “Glavlit” ed era l’ente incaricato di “coordinare” il mondo dell'editoria. Solodin disse che la censura era nata per volontà di Lenin e Stalin, che temevano il modo di pensare indipendente. “Ci siamo occupati di tutto quanto non corrispondeva all'opinione ufficiale del periodo” disse Solodin.
Strano déjà-vu, per chi segue la cronaca occidentale di questi anni.
Sei anni prima di Solodin, in Inghilterra, un grande scrittore oggi censurato da morto aveva già denunciato: “Sono stati Marx e Lenin che hanno iniziato questa spazzatura sulla correttezza politica e per Dio si sta insinuando nel nostro paese”. Ora ne vediamo tutti gli effetti, almeno chi vuole vedere. “In Unione Sovietica la creazione artistica doveva servire la rivoluzione, trasformando gli scrittori in ‘ingegneri delle anime’ che dovevano contribuire alla formazione dell'uomo nuovo” scrive Le Figaro. “Era l’estetica del realismo socialista. Il realismo socialista di ieri ora risponde al realismo della diversità, che le vuole al servizio della causa del multiculturalismo, del neofemminismo e della diversità…”.
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