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Cugini francesi, désolé: Le Pen o Macron poco importa, gli ex colonizzati vi faranno il culo
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Cugini francesi, désolé: Le Pen o Macron poco importa, gli ex colonizzati vi faranno il culo

I numeri delle nascite musulmane. Nelle banlieue fino al 60 per cento. Chi nega questo rendez-vous con il destino è un asino in algebra, ma un abile imbonitore che agita lo spauracchio del "razzismo"

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Giulio Meotti
lug 11, 2024
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Per dirla con Tony Blair, “cosa ti lasci alle spalle?”. La demografia, stupido.

Tutti lo sanno, ma lo stolto che vuole vedere solo il proprio dito si crede autorizzato a contestare ciò che è ovvio e ad accusare di razzismo il saggio che indica la luna.

Prima della finale di Champions League del 2022 allo Stade de France a Saint-Denis, il campione di calcio Thierry Henry (padre della Guadalupa, madre della Martinica, non un suprematista bianco) ha scioccato l’opinione pubblica dicendo che “Saint-Denis non è Parigi”, per aggiungere: “Credetemi, non vorreste essere a Saint-Denis”.

Fino a non molto tempo fa la metà della popolazione di Saint-Denis era bretone. Un’immigrazione proveniente dalla regione che ha il suo centro a Rennes. Il filosofo Ernest Renan era di Tréguier e nei magnifici Souvenirs d'enfance ricorda quando da bambino lo accompagnavano, il giovedì santo, a vedere le campane bretoni che partivano per Roma. Oggi i bretoni sono solo l'11 per cento della popolazione di Saint-Denis e “in via di estinzione” per ragioni demografiche, mentre Saint-Denis è diventata extra-europea. “Ci sono 135 nazionalità diverse a Seine-Saint-Denis”, ha osservato con umorismo nero il ministro degli Interni socialista Jean-Pierre Chevènement, “ma una di loro è praticamente estinta”.

Per usare il titolo di un libro, “Qui è iniziato il futuro: la Seine-Saint-Denis, laboratorio di tutte le democrazie”. Per questo è importante capire cosa succede. Perché ci riguarda, come un paese nel paese che ha visitato il futuro dell’Europa, se le cose non cambieranno.

E non c’è bisogno di saper leggere i tarocchi. Basta un po’ di curiosità, volontà di uscire dalla bolla del conformismo e sfogliare i bollettini comunali che in tutta la Francia registrano chi viene al mondo e di chi va al Creatore.

Persino l’arcivescovo di Strasburgo Luc Ravel, nominato da Papa Francesco, ha dichiarato che “i fedeli musulmani sono ben consapevoli del fatto che la loro fertilità è tale che oggi lo chiamano... 'Grand Remplacement'. Essi dicono in maniera molto pacata e positiva: ‘Un giorno tutto questo sarà nostro’”.

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