Cugini francesi, désolé: Le Pen o Macron poco importa, gli ex colonizzati vi faranno il culo
I numeri delle nascite musulmane. Nelle banlieue fino al 60 per cento. Chi nega questo rendez-vous con il destino è un asino in algebra, ma un abile imbonitore che agita lo spauracchio del "razzismo"
Per dirla con Tony Blair, “cosa ti lasci alle spalle?”. La demografia, stupido.
Tutti lo sanno, ma lo stolto che vuole vedere solo il proprio dito si crede autorizzato a contestare ciò che è ovvio e ad accusare di razzismo il saggio che indica la luna.
Prima della finale di Champions League del 2022 allo Stade de France a Saint-Denis, il campione di calcio Thierry Henry (padre della Guadalupa, madre della Martinica, non un suprematista bianco) ha scioccato l’opinione pubblica dicendo che “Saint-Denis non è Parigi”, per aggiungere: “Credetemi, non vorreste essere a Saint-Denis”.
Fino a non molto tempo fa la metà della popolazione di Saint-Denis era bretone. Un’immigrazione proveniente dalla regione che ha il suo centro a Rennes. Il filosofo Ernest Renan era di Tréguier e nei magnifici Souvenirs d'enfance ricorda quando da bambino lo accompagnavano, il giovedì santo, a vedere le campane bretoni che partivano per Roma. Oggi i bretoni sono solo l'11 per cento della popolazione di Saint-Denis e “in via di estinzione” per ragioni demografiche, mentre Saint-Denis è diventata extra-europea. “Ci sono 135 nazionalità diverse a Seine-Saint-Denis”, ha osservato con umorismo nero il ministro degli Interni socialista Jean-Pierre Chevènement, “ma una di loro è praticamente estinta”.
Per usare il titolo di un libro, “Qui è iniziato il futuro: la Seine-Saint-Denis, laboratorio di tutte le democrazie”. Per questo è importante capire cosa succede. Perché ci riguarda, come un paese nel paese che ha visitato il futuro dell’Europa, se le cose non cambieranno.
E non c’è bisogno di saper leggere i tarocchi. Basta un po’ di curiosità, volontà di uscire dalla bolla del conformismo e sfogliare i bollettini comunali che in tutta la Francia registrano chi viene al mondo e di chi va al Creatore.
Persino l’arcivescovo di Strasburgo Luc Ravel, nominato da Papa Francesco, ha dichiarato che “i fedeli musulmani sono ben consapevoli del fatto che la loro fertilità è tale che oggi lo chiamano... 'Grand Remplacement'. Essi dicono in maniera molto pacata e positiva: ‘Un giorno tutto questo sarà nostro’”.
PER CONTINUARE A LEGGERE ABBONATI ALLA NEWSLETTER
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a La newsletter di Giulio Meotti per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.