"Così Mister Consenso ha mandato in fumo la nostra civiltà"
J'accuse di una rifugiata del Terzo Mondo che ama l’Occidente. "Le nostre società devono essere fondate sull’idea che ci sia qualcosa e non niente o prepariamoci all'eutanasia della nostra cultura"
“Sono Kamala Harris. I miei pronomi sono ‘she’ e ‘her’”. Così parlava la nuova candidata democratica alla presidenza americana. Potremmo stare qui a discutere dei pronomi di Kamala, questo nulla montato dai media dopo l’esautorazione di Joe Biden, che sarà presto mandato a pescare nel Delaware. Vista da Istanbul, dove ora mi trovo, il declino della politica americana appare come una surreale nota a piè di pagina della storia. “Immaginate altri quattro anni così”, ha risposto Elon Musk al video di Kamala. Per Harris, la stampa è sempre andata in brodo di giuggiole. Perchè ha tutto per piacere ai media di sinistra: è una bella donna, è multiculturale, è glamour, è woke. Io invece voglio parlare di un saggio strepitoso scritto da un’altra bella donna, un po’ meno glamour, per niente woke ma molto più multiculturale e molto più interessante, che sembra il ritratto di Kamala Harris e della politica europea in cui anche quando tutto sembra cambiare, non cambia mai niente.
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