"C'è così tanta Co2 come 600.000 bombe di Hiroshima e causa il razzismo"
Lo ha detto Al Gore a Davos. A vaticinare apocalissi immaginarie si guadagnano non solo Oscar, Nobel e la claque dei "buoni", ma anche 300 milioni di dollari. La Vanna Marchi dell'ecologismo
“La battaglia per nutrire tutta l'umanità è finita. Negli anni Settanta, centinaia di milioni di persone moriranno di fame. Nulla può impedire un aumento del tasso di mortalità mondiale”. Così iniziava nel 1968 The Population Bomb, il libro del biologo Paul Ehrlich. Ne furono vendute due milioni di copie. Sotto la sua influenza, governi, ong, scienziati e pezzi dell’opinione pubblica occidentale decisero che eravamo spacciati, che bisognava decrescere, smettere di fare figli, diventare più poveri. Un testo che ha segnato un secolo, dall’Onu ad Aurelio Peccei, l’economista che ha animato il Club di Roma. Ehrlich propose che i paesi come l'India che si sono rifiutati di attuare misure di controllo della popolazione dovrebbero essere tagliati fuori dagli aiuti - sottomissione per fame. Ma ne aveva anche per l’Occidente. Ehrlich propose di tassare i prodotti per l’infanzia: “Culle, pannolini, giocattoli, cibo”. Di rendere ancora più facile l’accesso all’aborto, di varare campagne di sterilizzazione e di istituire un “Ufficio per la popolazione” che stabilisse la “popolazione ottimale”. Peccato che Ehrlich avesse torto. L’umanità ha vinto con la “rivoluzione verde” la battaglia per sfamare l’umanità e la mortalità è crollata ovunque.
Ma Ehrlich, oggi novantenne, persiste.
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