Cari vescovi, perché tanta fretta di asservirvi all'Islam?
L'università gesuita costruisce una moschea dopo 50 milioni di dollari da Qatar e Arabia Saudita. E una chiesa in un'università islamica? Intervista a uno dell'ordine: "Occidente stupido sull'Islam"
"L'Islam è una reazione al Cristianesimo, che vuole sostituire", scrive il grande medievalista della Sorbona e uno dei maggiori studiosi di Islam, Rémi Brague, nel suo libro Sur la religion (Flammarion). E il cardinale Robert Sarah, originario della Guinea, paese a larga maggioranza musulmana, non ha forse detto: “Come vuoi dialogare con qualcuno se io non esisto? Non posso negare il Cristianesimo per compiacere l'Islam”. Ma sono voci ultra minoritarie all’interno di un mondo cattolico che sembra correre a passo svelto verso la soumission.
Eppure basterebbe ricordare. Il vescovo cattolico pakistano John Joseph che nel 1998, per richiamare l’attenzione del mondo sulla persecuzione dei cristiani, si sparò alle tempie all’entrata del tribunale dove si svolgeva il processo a un cristiano condannato a morte. Oppure ascoltare Asia Bibi, la cristiana pakistana che ha trascorso dieci anni nel braccio della morte con l'accusa (falsa) di blasfemia, che ha chiesto: "Se l'Islam insegna pace e armonia, come si possono giustificare le violenze perpetrate in nome della religione contro le donne cristiane?".
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