Ascoltavo Draghi e pensavo: “Un paese in bancarotta demografica può ancora pagare il debito fra le generazioni?”
Se un paese sempre più vecchio sia disposto a fare sacrifici per quei figli che non fa più. Siamo destinati ormai solo a una impeccabile gestione del nostro declino?
L’ho ascoltato pronunciare quella frase, la più importante del suo discorso al Senato: “Questa è la nostra missione di italiani, consegnare un Paese migliore e più giusto ai figli e ai nipoti”. Ho ascoltato Mario Draghi e ho pensato: un paese di vecchi può davvero fare l’interesse dei giovani e dei figli, di quei figli che non fa più?
Impossibile non avere stima personale del nuovo primo ministro. Laurea al Mit, alla guida della Banca d’Italia e poi della Banca Centrale Europea, a battagliare sull’euro con i falchi tedeschi che i “terroni” come noi li odiano e vorrebbero affamare. Impossibile non pensare che, rispetto alla paccottiglia di sinistra grillina che c’era fino a due settimane fa, l’Italia non abbia messo alla guida una personalità più valida. Da un governo di tecnici non verranno grandi sbandate ideologiche e questo è positivo, per chi come me crede che l’ideologia esista e abbia un impatto sulla realtà.
Non sappiamo come si evolverà la legislatura. Molto probabilmente Draghi non deve fare che tre cose e fatte bene: un serio piano di vaccinazioni, scrivere un Recovery Fund come si deve, tenere basso il giochino dello spread facendoci risparmiare qualche miliardo e non stare sui social. Questo mi fa piacere molto Draghi. Non parla. Non twitta. Non si lascia adulare. Non ha portavoci scappati di casa alla cui corte vanno tutti i giornalisti. Sappiamo che gli piace quel poeta divino che fu Leonard Cohen, ma per il resto è una sfinge. E questo mi preoccupa anche un po’. Io preferisco i governi politici, con una visione e una identità, che mi piacciano o no. Draghi è progressista o conservatore? Qual è la sua identità? A chi è legato? Non lo sappiamo. Sappiamo poco di cosa gli passi per la testa.
Molto del suo discorso in Parlamento era aria fritta. Detta bene, ma aria fritta. Il green, la parità di genere, l’immigrazione, il dirigismo ma anche i privati, il multilateralismo. Chi non vuole un mondo più verde, che funzioni, di immigrazione controllata e di alleanze? Traslarlo nella realtà è un po’ più complicato.
La frase più importante è stata un’altra: “Questa è la nostra missione di italiani, consegnare un Paese migliore e più giusto ai figli e ai nipoti”. Allora mi domando se sia davvero possibile per una classe politica di vecchi, spesso senza figli; per una burocrazia pachidermica, autoreferenziale e che tutela soltanto se stessa; per un sistema che da anni si guarda allo specchio sapendo cosa dovrebbe fare ma che non ha mai avuto l’interesse e il coraggio di farlo.
Un paese sempre più vecchio è per sua natura sempre meno disposto a fare dei sacrifici e a mettersi in discussione. Sapremo pagare il debito fra le generazioni o siamo destinati ormai solo a una impeccabile gestione del nostro declino?