2022, l'anno in cui ci hanno tolto anche la libertà di dire che si nasce maschi o femmine
Questa settimana libri e film critici del gender sono stati cancellati in tutta Europa. Un anno vissuto pericolosamente per chi non bacia le scarpe ai fanatici liquidi e non si sottomette al loro caos
Quali libertà di critica ci restano? Criticare l’Islam? Dipende da quanto coraggio si possiede. Criticare l’immigrazione di massa? Se si è pronti a parare i fulmini dei benpensanti. Criticare Greta e le assurdità del movimento ecologista? Se si accetta di passare per irresponsabili. Criticare la “fine della storia”? Se non ci viene una sincope a farsi dare di realisti. Criticare l’aborto al nono mese, l’utero in affitto o la selezione eugenetica? Se non si ha paura di finire su una virtuale Isola del Diavolo, novello capitano reazionario. Criticare la cancel culture? Se si riesce a mangiare senza il conformismo. Ne avevamo una, di libertà di critica, banalissima, che se non ce l’avessero messa in discussione non ci saremmo neanche accorti che era una libertà: ricordare che si nasce maschi o femmine. Il 2022 sarà invece ricordato come l’anno in cui l’abbiamo praticamente persa, costretti a ingurgitare un dogma a colori confetto che domina ormai le nostre vite. La psicologa clinica Erica Anderson ha twittato che l’impennata transgender in Occidente “sfugge a qualsiasi spiegazione… Sta succedendo qualcosa che ancora non capiamo”.
Già…
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